BRAND MISTAKES. 4 ERRORI DI BRANDING CHE EVITERAI DOPO AVER LETTO QUESTO ARTICOLO

Abbiamo già affrontato il tema dell’importanza di un brand forte (vedi articolo Brand Obsession*) tuttavia, entrando in contatto ogni giorno con aziende di vari settori e dimensioni, mi rendo conto che sono pochi gli imprenditori che riescono  a valorizzare l’immagine della propria impresa.Brand

Quali sono gli errori più comuni in cui è facile incorrere nel momento in cui decidiamo di lanciare il nostro brand sul mercato?

  1. GENERICITÀ. Il nome che scegliamo racchiude le coordinate del nostro mondo possibile**. Esso costituisce la rappresentazione visiva dei valori, del tono di voce**, della reputazione**; in una parola: l’identità dell’azienda.  Se la definizione del brand è poco chiara, l’azienda sarà poco riconoscibile e apparirà come “una delle tante” possibili scelte. Per comunicare in modo efficace quello che facciamo è fondamentale evidenziare i tratti distintivi che rendono il nostro brand unico nel panorama della concorrenza.
  2. INCOERENZA. La comunicazione riguarda tutto quello che l’azienda fa nell’interazione con i suoi pubblici di riferimento (fornitori, clienti, istituzioni, mass media etc.). Nel dichiarare i suoi valori nella mission**, l’impresa si assume la responsabilità di tener fede all’ immagine che crea nella mente di coloro che la seguono. Volendo fare un esempio, se dichiaro di essere un brand “eco friendly” di certo risulterà incoerente la mia scelta di utilizzare prodotti altamente tossici per l’ambiente.
  3. PROMESSE INFRANTE. Da piccola mi hanno insegnato che “una promessa è una promessa”. Fate quello che volete, ma rispettate le promesse. O piuttosto, se vi rendete conto che avete esagerato, ridimensionatevi. Promettete solo ciò che sapete di poter mantenere. In ballo c’è la reputazione** della vostra azienda.
  4. IGNORARE I SOCIAL. I social network sono uno strumento imprescindibile per monitorare il target. Sono piazze virtuali in cui tutti si sentono liberi di esprimere la propria opinione. Grazie ai social network ogni azienda può comunicare in modo diretto con il suo pubblico, individuare i trend del mercato ed elaborare le strategie migliori per soddisfarlo. Ignorare i social network significa chiudere una finestra sul mondo e favorire i competitor. Assicuratevi una gestione social che supporti lo sviluppo del vostro brand e godetevi i frutti di una comunicazione vincente.

*Brand obsession: https://vivalacopy.wordpress.com/2015/05/24/brand-obsession/

**Per chiarimenti dai un’occhiata a Pills, piccolo glossario contenente il significato dei termini tecnici della comunicazione:

https://vivalacopy.wordpress.com/parole-chiave/pills/

Perché assumere un comunicatore d’impresa?

Chiunque si metta oggi sul mercato, sia esso azienda, associazione o libero professionista, necessita di comunicare con il proprio pubblico.comunicazione d'impresa

Comunicare significa raccontare “chi sono”, “cosa faccio”, “come lo faccio” e “perché”. E soprattutto perché un cliente potenziale dovrebbe acquistare il mio prodotto/servizio nel mare infinito dei prodotti e servizi attualmente disponibili.

In un’ epoca di mercato caratterizzata dalla coesistenza di beni sovrapponibili, è determinante comprendere cosa renda il proprio prodotto/servizio differente da tutti gli altri.

Al di là delle caratteristiche tecniche, ciò che farà realmente la differenza è la modalità del racconto che s’intende utilizzare. Non a caso da un pò di tempo a questa parte si parla di storytelling, per indicare la capacità narrativa di un’impresa nel raccontarsi al suo pubblico attraverso la creazione di un mondo possibile di marca.

Molte aziende offrono prodotti e servizi di qualità ma non riescono a decollare. Perché?

Nell’80% dei casi, questo dipende da un problema di comunicazione. Gli scenari possono essere differenti.

Alcune aziende non hanno al proprio interno risorse specializzate in grado di occuparsi della gestione dei flussi di comunicazione con l’esterno. Spesso accade che affidino questo compito a personale assunto per svolgere altre mansioni e che, per mancanza di competenze specifiche, non è in grado di occuparsene adeguatamente.

In altri casi, si sottovaluta l’importanza di svolgere una costante attività di comunicazione, per cui non si dispone affatto di personale preposto a questo ruolo.

Il risultato è pressapoco lo stesso: Mancanza di un rapporto con il proprio pubblico. L’errata gestione dei flussi di comunicazione può coinvolgere differenti rami dell’impresa, ma in ogni caso inciderà sull’ obiettivo finale e si tradurrà in una diminuzione delle vendite.

Allora, cosa si fa?

Come sempre, esistono due ipotesi:

  1. L’azienda, associazione o libero professionista che sia, continua ad assecondare il proprio ego, attribuisce la diminuzione delle vendite alla crisi, incrocia le braccia e aspetta tempi migliori (che, con questo atteggiamento, difficilmente arriveranno).
  2. L’azienda, associazione o libero professionista coglie i segnali che indicano i mutamenti del mercato e si rende conto che, per rispondere adeguatamente ai nuovi scenari, necessita di un professionista in grado di supportarlo.idea imprenditore

In che modo un esperto della comunicazione può aiutare un imprenditore?

Il responsabile della comunicazione ha l’obiettivo di rendere la percezione che i clienti hanno dell’impresa quanto più vicina all’ idea che l’impresa intende dare di sé. Per farlo raccoglie le informazioni che gli serviranno per creare la storia dell’impresa, studia i bisogni del target e opera in sinergia con i vertici dell’impresa per elaborare un’offerta in grado di conquistare il suo pubblico.

Le Cirque du Soleil all’Expo. Sogno e poesia nel viaggio di Leonardo.

Siamo arrivate!
Siamo arrivate!

Nel mio breve passaggio all’Expo realizzo finalmente un desiderio che avevo da tantissimo tempo: godermi lo show degli artisti del Cirque du Soleil!

Nella suggestiva cornice dell’Open Air Theatre è in scena “Alla vita”, lo spettacolo creato dalla compagnia canadese in occasione dell’Expo 2015.

Il Cirque du Soleil nasce negli anni 80 a Baie Saint Paul, un incantevole villaggio situato sulla riva nord del fiume St Lawrence, a est di Quebec City ad opera di Guy Laliberté, giovane artista che, incuriosito dagli abitanti del luogo riunisce musica, teatro e giocoleria in un unico spettacolo per festeggiare la celebrazione del 450mo anniversario della scoperta del Quebec.cirque du soleil

#Allavita: Narra la storia di Leonardo, che riceve in dono un seme magico da sua nonna. Da questo seme appare un amico immaginario, Farro, che lo guida in un fantastico viaggio tra stupore, coraggio e speranza.

Lo spettacolo è una commistione di generi: la meraviglia dell’arte del circo contemporaneo s’intreccia con elementi presi dal teatro e dalla danza, il tutto condito da sketch di pagliacci vestiti da improbabili chef. Ristorante di Pepe

Di colpo torno bambina, rapita da sonorità suggestive, scenografie avvolgenti e danzatori aerei. Un susseguirsi inaspettato di 14 atti in un’ora che sembra volare.Farro

#Curiosità: In 30 anni oltre 150 milioni di persone hanno assistito agli spettacoli del Cirque, che ad oggi conta 4000 dipendenti di cui 1300 artisti provenienti da 25 paesi del mondo.fiore cirque

Uno show in cui l’inaspettato si mescola alla fiaba, la coralità degli elementi scenici crea un’aura di energia palpabile e l’incanto del sogno diventa possibile.  

Missoni. L’arte, il colore. Una storia affascinante raccontata al MaGa.

100 opere di maestri del calibro di Bella, Depero, Klee, Fontana, Kandinsky.

La storia del connubio tra arte e moda.

Un filo conduttore: Il colore.

Tutto questo nella mostra “Missoni, l’arte, il colore” in esposizione al MaGa, museo di arte contemporanea di Gallarate (Va), dal 19 aprile all’ 8 novembre.

ingresso del MaGa
ingresso del MaGa

L’esposizione rappresenta un importante omaggio alla creatività dei fondatori della maison, Ottavio e Rosita, che, a partire dagli anni 50, creano uno stile inconfondibile, frutto del perfetto equilibrio di mescolanze e contrasti cromatici. Le radici del loro approccio creativo risiedono nello studio della storia dell’arte contemporanea europea, caratterizzata da interessanti innovazioni introdotte nella ricerca su colore, spazio, segno e materia.

manichini Missoni
manichini Misson

Ad arricchire il progetto, reso possibile grazie alla collaborazione con l’Archivio Missoni, una serie di eventi, laboratori ed incontri con protagonisti del mondo dell’arte e della moda.

La copy tra i meravigliosi abiti in mostra
La copy tra i meravigliosi abiti in mostra

Sala degli Arazzi #Terrynuts. Durante il mio giro tra le meraviglie del colore, sento una musica provenire dall sala degli arazzi.Dal momento che sono curiosa come un gatto mi avvicino a sbirciare. Gruppi di ragazzi si alternano con un’energia contagiosa nell’interpretazione di coreografie hip hop. Si tratta di una performance degli allievi del liceo coreutico Candiani P. Baush di Busto Arsizio (Va) che, seguendo gli imput dell’artista Roberto Fassone, hanno trasformato i gesti di esultanza sportiva in passi di danza. Eccoli:

Energia pura in scena!
Energia pura in scena!
Allievi del liceo Candiani
Allievi del liceo Candiani

BRAND OBSESSION

Da un po’ di tempo a questa parte non si fa altro che parlare di brand.

Ma cos’ è? E perché è importante? Proviamo a chiarirci un po’ le idee…

Perché per un’impresa è importante avere un brand forte?

Il brand è la rappresentazione visiva e concettuale dell’ identità di un’impresa. La sintesi dei valori, dello stile e del discorso che essa vuole raccontare.  Nell’ era della comunicazione digitale il concetto di gestione del brand si estende anche al professionista oggi chiamato ad esprimere le proprie competenze e attitudini in modo sintetico ed efficace al fine di ottimizzare il proprio posizionamento nella mente dei potenziali clienti.

brand

Ma come è possibile fare emergere il proprio brand nel mare della concorrenza?

La forza di un brand è legata alla sua capacità di essere distintivo, sintetico, coerente e credibile.

Il brand è un attore sociale che produce senso e veicola valori. Esso è un mediatore tra la cultura d’impresa e quella della vita quotidiana, il punto d’incontro tra produzione e consumo. Per gestire in modo efficace un brand occorre saper integrare e amministrare soprattutto elementi di natura immateriale. L’unica certezza di un’impresa in una società caratterizzata da cambiamenti così frequenti è possedere un brand dotato di un’immagine e un’identità ben definita.

loghi

Come si crea un’identità forte?

Una marca non esiste al di fuori del suo discorso. Dunque, è fondamentale per la stabilità del brand l’individuazione dei valori di base da collocare nel cuore del suo mondo. Valori fissi e riconoscibili da comunicare aggiornando costantemente le modalità espressive.

L’essere umano possiede una dimensione simbolica che applica a tutte le sfere del suo comportamento, compresa quella del consumo. Le imprese, da un punto di vista strategico, fanno ricorso a proprietà simboliche, valori, idee, rappresentazioni collettive che pervadono l’universo dei prodotti e che possono essere rese esplicite tramite il discorso della marca.

Cosa s’intende per “mondi possibili” ?

Raccontando storie la marca crea mondi possibili attribuendo un territorio e dando sostanza ai suoi valori. Questi sono mondi finzionali o realistici in cui gli individui si proiettano e s’identificano. Parlando il linguaggio dei valori la marca non si rivolge al consumatore bensì all’individuo, compreso nella totalità del suo essere, della sua personalità, dei suoi bisogni.

LE 6 NUOVE PROFESSIONI DEL WEB CHE DOVRAI SPIEGARE A TUA ZIA MARIA

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#1 IL MANAGER DEI CONTENUTI

È il professionista che progetta, scrive e pubblica contenuti per siti web e altri mezzi digitali. Una figura professionale specialistica, con una cultura di base molto ampia che ama leggere, informarsi e approfondire. Si distingue per la curiosità verso le cose che accadono. Scrive in modo efficace e sa come usare i contenuti per fare marketing.

#2 L’ ESPERTO DELLA FORMAZIONE ON-LINE

Un professore, un preside e un manager della formazione online riuniti in una stessa persona. Unisce le competenze del professore tradizionale con quelle di un moderno progettista digitale: sa produrre materiali didattici, conosce le piattaforme per la pubblicazione delle lezioni online e  sa anche gestire un’aula virtuale. Sa sviluppare percorsi di formazione online o misti aula/online.

#3 IL SOCIAL MEDIA MANAGER

È un esperto nella gestione dei contenuti da diffondere sui Social Network. Non uno che gioca con Facebook ma un professionista che aiuta aziende e istituzioni a comunicare attraverso le reti elettroniche. Una persona che conosce la psicologia delle persone, il funzionamento dei gruppi sociali, la scrittura digitale e le dinamiche del marketing.

#4 L’ESPERTO DI EDITORIA DIGITALE

Nella sua professionalità si racchiudono le competenze di una tradizionale casa editrice, quelle di un libraio di fiducia e di un moderno manager digitale. Un professionista in grado di utilizzare le nuove tecnologie per valorizzare e scoprire nuovi modi di diffusione di prodotti editoriali, tradizionali ed elettronici.

#5 IL COMMUNITY MANAGER

È l’esperto delle comunità virtuali presenti sul web. Un professionista che crea, sviluppa e gestisce una comunità di persone che usano il web per lavorare, informarsi, scambiarsi opinioni. Il community manager promuove, controlla, analizza e valuta le conversazioni che si svolgono in siti web, blog, social network. Lavora nelle aziende per aiutarle a stabilire una presenza online più efficace, usando le comunità come mezzo per vendere prodotti e servizi, fornire assistenza ai clienti.

#6 IL REPUTATION MANAGER

Si occupa della gestione della reputazione di persone e aziende sul web. Cosa dicono di noi? Perché lo dicono? Come lo dicono? Sono commenti positivi o negativi? L’esperto di reputazione online interviene sulla reputazione cercando di influenzarla, aumentando l’impatto positivo ed eliminando o riducendo quello negativo. Svolge anche l’importante compito di Relazioni Pubbliche digitali, aumentando la notorietà di persone e aziende sul web.

L’alba di una copy.

Ogni giorno un copywriter si sveglia e sa che dovrà avere un’idea geniale.

Milioni di copy escono dal corso di laurea in Scienze della Comunicazione inseguendo un sogno.

Molti scalderanno le sedie di agenzie creative, moltissimi cambieranno strada. Pochi persevereranno e raggiungeranno il loro obiettivo: lavorare come freelance per avere la soddisfazione di dire al mondo: “Mi guadagno da vivere scrivendo”.

Ecco il punto. Il “Copywriter” è un lavoro!

mi assomiglia!

In questo periodo si sente molto parlare di STORYTELLING: Il copywriter lo impara sul campo.

Per esempio quando la mattina di Natale davanti allo specchio chiede a sé stesso: “E adesso cosa racconto ai miei parenti che a pranzo mi chiederanno: “Ma tu, di preciso, DI COSA TI OCCUPI?!?” e a quel punto, dopo aver fatto un lungo respiro hai tre opzioni:

A. “Scrivo”. E la risposta è: “Si, ma per  lavoro dico…?!?”

B. “Sono una creativa*”. E qui c’è zia Maria (come so che si chiama così? in ogni famiglia c’è una zia Maria, lo sanno tutti!) che dice:”Si lo sei sempre stata, già da piccola non facevi altro che scarabocchiare ogni cosa che ti capitasse a tiro”.

C. “Lavoro in un call center”. Risposta: “Te l’avevo detto che avresti dovuto seguire le orme di tuo padre, e fare medicina..cos’ è che hai studiato, Scienze dell’educazione?!?” (sempre meglio di Scienze delle Merendine!)

Ad ogni modo una cosa è certa. Anche se non capiranno mai che lavoro fai, ti chiederanno sempre di scrivere i loro biglietti d’auguri.

*Nota per i non addetti ai lavori: In gergo pubblicitario per coppia creativa s’intende quella costituita da un art director, banalmente detto “grafico” e un copywriter, che si occupa della parte testuale.

A proposito di Problem Solving. Ecco perché devi assumere un rompiscatole nella tua azienda.

cane occhiali

Nelle realtà d’impresa esistono due tipologie di rompiscatole: i Nostalgici e i Rivoluzionari.

I Nostalgici, restano ancorati al passato, sono poco propensi al cambiamento e guardano con reticenza l’avvento delle nuove tecnologie.

I Rivoluzionari, hanno l’entusiasmo dei pionieri,  un master in tuttologia creativa e vogliono cambiare il mondo con un click.

Come vi anticipavo sopra, sono due categorie di rompipalle. Ma talvolta meglio rompere le palle che mandare in frantumi un’ impresa per paura di cambiare. Eh sì, perché a volte all’ imprenditore lungimirante può far comodo ascoltare un rompiscatole. A patto di riconoscere quello giusto!

Caro imprenditore non tutti i rompiscatole fanno al caso tuo.

Ora ti starai chiedendo: “Come faccio a identificare un rompiscatole produttivo?”

E’ semplice, mentre i nostalgici si lamentano perché le cose non funzionano ma non fanno assolutamente nulla per migliorare la produttività della tua impresa, potresti incontrare un rivoluzionario in grado di mostrarti la tua attività da una prospettiva differente e supportarti nella gestione della tua azienda. In che modo?

Parliamo di problem solving.

Una delle caratteristiche più richieste dai selezionatori di tutto il mondo è la capacità di gestione delle criticità.

Ma, domanda da un milione di dollari, come si risolvono i problemi?

Importanti studi ritengono che la difficoltà nella risoluzione di un problema sia legata all’ incapacità di centrare il problema stesso. In parole povere, se non capisco qual è il nocciolo della questione come faccio a risolverla? Uno dei motivi più frequenti della nostra insoddisfazione riguarda il fatto che ci ostiniamo a cercare soluzioni senza aver definito realmente i problemi e quindi disagi ed i bisogni continuano a persistere.

Ecco perché sempre più aziende reputano importante disporre di risorse con la capacità di interpretare i segnali deboli della propria organizzazione, di vedere come problemi cose che ad altri sembrano normali; insomma, di guardare  un po’ più lontano per scoprire nuovi ambiti di possibile miglioramento.

Ponendosi in modo critico ma propositivo il rivoluzionario anticipa i problemi contribuendo così consistentemente all’ azione di miglioramento in azienda. Quella di cui dispone non è una competenza tecnica, ma un metodo creativo, di un approccio in grado di far emergere nuove idee e nuove soluzioni.