Una delle cose che preferisco in assoluto sono le domeniche d’ autunno al cinema. Se poi fuori fa freddo, il film è bello e la compagnia è quella giusta, il gioco è fatto. Domenica scorsa sono andata a vedere Lo Schiaccianoci e i quattro regni, film della Disney tratto da un racconto del 1816 di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. Inutile dirvi che dalla prima scena ho intuito che questa favola sarebbe stata foriera di grande ispirazione e spunti di riflessione, tanto è che sono qua a raccontarvi le quattro lezioni che mi sono portata a casa. Curiosi di scoprirle? Seguitemi in questo viaggio 🙂
La storia in breve (senza spoiler)
Clara è un’ adolescente fuori dal comune che sta per trascorrere il suo primo Natale senza sua madre. La donna, prima di morire, ha lasciato a lei e ai suoi due fratelli dei regali. Clara, geniale e curiosa, riceve un uovo d’argento decorato che racchiude al suo interno una sorpresa. L’uovo però è chiuso da un blocco a cilindro di cui non ha la chiave. Durante la caccia ai regali organizzata dal suo padrino – Morgan Freeman – Clara segue un filo che la conduce alla chiave. Non ha neanche il tempo di afferrarla che le viene sottratta da un topo. Ed è proprio inseguendo il topo che la giovane si ritrova all’ingresso del Quarto regno, dove incontra lo Schiaccianoci e la sua avventura ha inizio.
LE 4 LEZIONI DELLO SCHIACCIANOCI
Nei rapporti umani servono pazienza e dedizione.
Il padrino dice a Clara: “Alcune serrature sono difficili da aprire” alludendo all’animo umano. Si riferisce al rapporto tra Clara e suo padre. Lei è animata dal desiderio di scoperta e lo vorrebbe complice, lui è avvolto dal dolore per la perdita di sua moglie e non riesce a comunicare con sua figlia. Con questa metafora Drosselmeyer cerca di far capire alla giovane che per riuscire a ricostruire la relazione con suo padre deve avere pazienza e impegnarsi proprio come per risolvere un enigma meccanico.
La chiave è dentro te.
Sul biglietto della madre c’è scritto: “Tutto quello che ti serve è dentro“. La ragazza pensa che dentro l’uovo sia racchiusa la soluzione dei suoi problemi e si dispera perché non ha la chiave per aprirlo. Naturalmente queste parole sono un invito a guardare oltre l’aspetto materico delle cose per trovare le risposte attingendo alla parte più autentica di sé. “Ci sono dei viaggi che vanno fatti da soli” e quello per trovare sé stessi è sicuramente uno di quelli.
La realtà cambia se cambi prospettiva.
Clara chiede allo Schiaccianoci: “Non ti senti solo qui?” e lui le risponde: “No, è il mio posto e mi basta”, ma dopo le peripezie per riportare la pace nei quattro regni la sua visione si amplia e la realtà assume una nuova forma. Allo stesso modo, quando Clara finisce nel meccanismo dell’orologio con Fata Confetto il suo modo di vivere il tempo cambia, e così anche il suo punto di vista. La frase “Il tuo mondo si muove più lentamente del nostro mondo” enfatizza il divario tra le due dimensioni, quella formale e logica e quella surreale ed emotiva.
Se integri maschile e femminile vinci.
La protagonista della fiaba è una ragazza brillante, determinata e concreta, abituata a risolvere problemi complessi con il ragionamento logico. Mentre percorre la strada della razionalità (maschile) si ritrova in una situazione surreale dalla quale uscirà vittoriosa solo se sarà capace di utilizzare intuito e sensibilità (femminile). Il capovolgimento della logica classica con l’inserimento di elementi grotteschi inaspettati – come ad esempio, i giullari che “saltano fuori da Madre Cicogna”- provoca disorientamento ma sottolinea la permeabilità di una realtà in cui i paradigmi di verità e menzogna s’intrecciano.
Concludendo…
Ho trovato il film godibilissimo, con scenografie e costumi da sogno e musiche super evocative. Keira Knightley è iconica nel ruolo di Fata Confetto e Mackenzie Foy adattissima nel vestire i panni di Clara. Lo Schiaccianoci e i quattro regni è una favola ricca di spunti interessanti narrata con eleganza e ironia, perfetta per trascorrere una serata piacevole immersi in un’atmosfera da fiaba.
Maria Teresa Scafarelli